Francesca Gelmini

Devo ai miei genitori, oltre alla vita, una scelta formativa per me fondamentale: le scuole Montessori, materna ed elementari. Un metodo, un approccio, una (pre)disposizione sia personale che professionale all’incontro, all’empatia e alla comprensione dell’altro.
Grazie al liceo classico scopro la passione per la cultura umanista e la vocazione al dialogo che mi porta a studiare Scienze Politiche, con l’ambizione di operare un giorno per le grandi istituzioni internazionali. Esperienze di studio in Australia, Irlanda e Inghilterra, ma anche di animatrice e formatrice all’oratorio e soprattutto serate e stagioni di lavoro come cameriera in taverne di provincia: una palestra di vita dove impari a parlare con chiunque e capisci che anche le mescolanze più impensabili, come il caffè corretto col vino rosso, hanno un senso.
Proseguendo nel percorso accademico incontro figure che mi fanno appassionare alle questioni di genere, fino ad allora a me sconosciute. Partita dagli scenari globali, focalizzo sempre più l’attenzione sulle politiche locali: progettare e gestire le interazioni sociali su scala urbana diventa la mia professione. Per 10 anni sono consulente della Pubblica Amministrazione su progetti multitematici e multistackeholder; maturo competenze in ambito urbanistico, nella pianificazione e nella gestione dell’interlocuzione con diversi soggetti (istituzionali, comitati di cittadini, associazioni di categoria, imprenditori, attori del real estate e altri portatori d’interesse rilevanti per la città metropolitana).
Per lo sviluppo dei progetti più complessi spesso è richiesta importante capacità finanziaria: contestualmente negli anni sviluppo competenze relative alla finanza agevolata, sia a valere su bandi di area specifica, che nazionali ed europei, realizzando anche progetti pilota verticali come ad esempio uno di formazione professionale dedicato alle donne vittime di violenza per metterle in grado di entrare nel mondo del lavoro e ricostruire autostima, autonomia e autodeterminazione.
Nel frattempo continuo a fare volontariato, mi avvicino alle ACLI, al terzo settore, divento formatrice, tengo corsi nazionali a Roma e poi lavoro per alcuni anni come segretaria organizzativa delle ACLI Provinciali di Bergamo, con mansioni di direttore operativo.
Creare connessioni è sempre più il mio mestiere. Favorire l’apertura, essere una finestra generativa per le persone e le organizzazioni che incontro.
Nel 2016 inizio quella che sarà non solo un’arricchente avventura professionale, ma una potente esperienza formativa che ha immerso il mio profilo umanista nel mondo delle tecnologie: ComoNExT Innovation Hub, meraviglioso recupero di archeologia industriale realizzato grazie al Fondo Emblematico di Fondazione Cariplo, che è divenuto una community di innovatori, centro di condivisione di competenze nei più disparati settori – dall’aerospaziale, al biomedicale, dal digitale ai nuovi materiali, dove per me è stato coniato un job title specifico: Opportunity Manager. Il mio lavoro è duplice, ascoltare le imprese che da fuori portano diverse necessità e all’interno continuare costantemente a conoscere tutte le innovazioni create. L’obiettivo è far incontrare esigenze del mercato e nuove soluzioni tecnologiche.
L’arte di saper scegliere chi fare incontrare, l’innesco delle sinergie: è il filo conduttore della mia storia, dalle taverne d’altri tempi ai centri per l’innovazione. E anche della mia vita privata.
Con Alessandro ho scelto di creare una famiglia di 6, densa di prospettive e di energia che ogni giorno i nostri figli da 1 a 14 anni portano in casa. Mi piace invitare alla nostra tavola persone e storie di ogni genere, per aprirci e alimentare la conoscenza che fonda il rispetto. La meraviglia quotidiana!
La diversità è sempre il dono più grande.